
Giorgia Tosi intervista Elena de Dionigi, autrice del libro “Prima di volare via”
Parte 1
G – All’inizio del tuo libro scrivi: “Qualcosa si inceppa e cadiamo nello sgomento. Ho deciso di scrivere questo libro per uscire dallo sgomento”. Cosa intendi per “cadere nello sgomento”?
Autrice: Te lo dirò con un‘immagine: Cadere nello sgomento è sentirsi impantanati in un punto della terra e non sapere dove andare, sapere di non poter rimanere fermi, ma non intravedere, né intuire la direzione. Essere in una situazione mai prevista e sentire fortemente di non volerci essere, ma realizzare allo stesso tempo di non poter fare a meno di esserci. È angoscia nella solitudine.
G – Quando hai deciso di scrivere questo libro? E cosa ti ha spinta a farlo?
Autrice: Il libro è nato su un block notes a quadretti e ho iniziato a scrivere non appena mio padre è stato ricoverato. La realtà non è per me quella che vivo al momento, quello è “il fatto”, ciò che mi accade e che poi continua a svilupparsi nei miei pensieri, magari in modo diverso dall’apparenza, più chiaro, più terribile o più ricco di dettagli apparentemente invisibili.
Quando mi sono accorta che la malattia di mio padre e tutto ciò che ne derivava (le reazioni degli altri, le vite degli altri ammalati…) potevano avere un senso più grande e ricco di significato rispetto alla banalità dell’accadere, allora ho deciso che dovevo scrivere compiutamente e magari anche pubblicare, per non tenere solo per me quello che stavo intuendo.
G – La scelta del titolo “Prima di volare via. Quello che l’Alzheimer non ti può rubare”: chi è o cos’è che vola via? Solitamente l’immagine del volo è associata all’idea di libertà, come mai hai scelto questo termine?
Autrice: Ho scritto nel libro che la perdita di una persona cara ammalata di Alzheimer avviene molto prima della sua morte, perché anche se è presente fisicamente è come se non ci fosse… quasi più. “Volare via” con la mente, svanire, essere inafferrabile, questo è quello che mi è parso capitasse a mio padre e molti altri ammalati, come tanti palloncini colorati che ti sfuggono dalle mani e tu li vedi allontanarsi e farsi sempre più piccoli, ma non li puoi trattenere, né raggiungere.
Volare via dalla realtà, inaspettatamente, contro ogni volontà, sparire con la fine della vita.
Sep 22 2015
“Prima di volare via” – Pensieri sull’ Alzheimer
Giorgia Tosi intervista Elena de Dionigi, autrice del libro “Prima di volare via”
Parte 1
G – All’inizio del tuo libro scrivi: “Qualcosa si inceppa e cadiamo nello sgomento. Ho deciso di scrivere questo libro per uscire dallo sgomento”. Cosa intendi per “cadere nello sgomento”?
Autrice: Te lo dirò con un‘immagine: Cadere nello sgomento è sentirsi impantanati in un punto della terra e non sapere dove andare, sapere di non poter rimanere fermi, ma non intravedere, né intuire la direzione. Essere in una situazione mai prevista e sentire fortemente di non volerci essere, ma realizzare allo stesso tempo di non poter fare a meno di esserci. È angoscia nella solitudine.
G – Quando hai deciso di scrivere questo libro? E cosa ti ha spinta a farlo?
Autrice: Il libro è nato su un block notes a quadretti e ho iniziato a scrivere non appena mio padre è stato ricoverato. La realtà non è per me quella che vivo al momento, quello è “il fatto”, ciò che mi accade e che poi continua a svilupparsi nei miei pensieri, magari in modo diverso dall’apparenza, più chiaro, più terribile o più ricco di dettagli apparentemente invisibili.
Quando mi sono accorta che la malattia di mio padre e tutto ciò che ne derivava (le reazioni degli altri, le vite degli altri ammalati…) potevano avere un senso più grande e ricco di significato rispetto alla banalità dell’accadere, allora ho deciso che dovevo scrivere compiutamente e magari anche pubblicare, per non tenere solo per me quello che stavo intuendo.
G – La scelta del titolo “Prima di volare via. Quello che l’Alzheimer non ti può rubare”: chi è o cos’è che vola via? Solitamente l’immagine del volo è associata all’idea di libertà, come mai hai scelto questo termine?
Autrice: Ho scritto nel libro che la perdita di una persona cara ammalata di Alzheimer avviene molto prima della sua morte, perché anche se è presente fisicamente è come se non ci fosse… quasi più. “Volare via” con la mente, svanire, essere inafferrabile, questo è quello che mi è parso capitasse a mio padre e molti altri ammalati, come tanti palloncini colorati che ti sfuggono dalle mani e tu li vedi allontanarsi e farsi sempre più piccoli, ma non li puoi trattenere, né raggiungere.
Volare via dalla realtà, inaspettatamente, contro ogni volontà, sparire con la fine della vita.
By Marco Prati • Sin categoría